ANNALISA, UNA RISTORATRICE CHE NON FA LA FURBA: «TROPPO FACILE CUCINARE RIEMPENDO TUTTO DI UOVA E FORMAGGIO
RISTORAZIONE – Agriturismo – Varesotto – Profumi, semplicità, consapevolezza: anche per Nalini Annalisa Bellati, ristoratrice dell’Agriturismo Terra Libera di Azzio, il piacere di mangiare è importante per il benessere delle persone.
Come è arrivata a presentare piatti vegan nel suo menù?
«Ho ritenuto molto interessante sperimentare questo tipo di alimentazione. Io vado molto a intuito e cerco di creare tanti piatti gustosi. E siccome penso che sia troppo facile cucinare vegetariano riempiendo tutto di uova e formaggio, proprio per evitare questi ingredienti, mi viene naturale includere sempre dei piatti vegani nel mio menu. Sempre, indipendentemente dagli ospiti che arrivano da me».
Anche se la sala sarà riempita di tradizionalisti o vegetariani?
«Certo. Ognuno mangia come crede, ma l’offerta vegan c’è sempre, ed è valida per tutti».
Oggi abbiamo pranzato da lei. Non abbiamo visto il tofu o il seitan…
«Sì, infatti i prodotti di questo tipo li uso poco. Per esempio il seitan ha il glutine che, a me per prima, non va, e perciò lo uso solo ogni tanto. Preferisco la soia, malgrado a volte venga un po’ demonizzata. Io cerco, senza demonizzare o mitizzare questi prodotti, di concentrarmi molto sui nostri alimenti tradizionali».
Una ristorazione di qualità può basarsi solo sulla soddisfazione del palato, motivo principale per il quale si va a “mangiare fuori”?
«No, occorre anche conoscere il valore nutrizionale degli ingredienti. I clienti apprezzano un pasto appetitoso e anche bilanciato, che comprenda vari nutrienti. Ne parlavamo prima: usare prodotti naturali e locali è importante per tutti. Anche, a maggior ragione, per i vegani. A volte si vedono proposte di piatti vegani con la quasi totalità degli ingredienti “già pronti”, cioè industriali».
E’ vero, troppi ingredienti esotici e costosi, confermano l’idea della stranezza e delle difficoltà dell’alimentazione vegan.
«Quando invece è il contrario. Perché secondo me possiamo tranquillamente stare sulle nostre cose, sulle nostre verdure di stagione, legumi e cereali. Cioè gli elementi di base che crescono da noi senza dover acquistare molte cose dall’industria. Diventano un business anche i vegani e a me personalmente questo non piace. Ne parlavamo proprio stamattina con Anna, la mia collaboratrice. Magari andiamo sui siti dedicati per avere qualche idea in più, però se ti trovi la ricetta fatta con la maionese vegana x, il prodotto vegano y, credo che ci complichiamo la vita, quando basta andare al mercato. Oppure, per chi come noi ne possiede uno, scendere nell’orto, e il più è fatto».